DAL GLOBALE AL LOCALE. IL CAMBIAMENTO CLIMATICO E’ UN PROBLEMA DI TUTTI E APPARE IRREVERSIBILE. IL FOCUS DI LEGAMBIENTE IN UN CONVEGNO DOVE SI SONO CONFRONTATI TECNICI E AMMINISTRATORI

Territorio e ambiente

I DANNI AMBIENTALI SOCIALI ED ECONOMICI PROVOCATI DAL CLIMATE CHANGE APPAIONO EVIDENTI IN TUTTA LA LORO DRAMMATICITA’, EPPURE I NEGAZIONISTI DEL FENOMENO, AIZZATI DAGLI APPRENDISTI STREGONI DELLA POLITICA, SONO IN AUMENTO.  NEL FRATTEMPO IL PUNTO DI NON RITORNO E’ SEMPRE PIU’ VICINO MA SI CONTINUANO A CONSUMARE RISORSE NATURALI E SUOLO IN MANIERA INDISCRIMINATA. NON E’ UN QUADRO IDILLIACO QUELLO CHE ESCE FUORI DAL CONVEGNO ORGANIZZATO AD ANAGNI DAL LOCALE CIRCOLO DI LEGAMBIENTE CHE HA VISTO ALTERNARSI AL TAVOLO DEI RELATORI TECNICI E AMMINISTRATORI, EPPURE L’OPERA DI INFORMAZIONE E COINVOLGIMENTO E’ ESSENZIALE PER AFFRONATRE LE SFIDE FUTURE.

di Francesco Cecconi

La scorsa settimana il Parlamento Europeo ha approvato a maggioranza la direttiva della Commissione che ha stabilito che entro il 2050 tutti gli edifici ad uso residenziale degli Stati membri debbano essere ad emissioni zero. Nulla di rivoluzionario o particolarmente innovativo: si tratta semplicemente di adeguare gli standard costruttivi a criteri più razionali che non possono che migliorare la qualità della vita e al tempo stesso valorizzare gli immobili. Oltretutto la direttiva da ampia facoltà di manovra ai singoli Stati e l’arco temporale stabilito, 26 anni, è fin troppo lungo. Le agenzie di stampa non hanno nemmeno finito di lanciare la notizia che già il fuoco di sbarramento dei mestatori della peggiore destra apparsa in Europa da cento anni a questa parte si è levato contro questo provvedimento, cavalcando il sentimento antieuropeista che va tanto di moda negli ultimi anni e soprattutto gli istinti di quella odiosa genia rappresentata dei negazionisti del cambiamento climatico.

AUDIO INTEGRALE DEI LAVORI DEL CONVEGNO

Per questa fascia di opinione pubblica qualsiasi provvedimento finalizzato a ridurre le emissioni serra, il consumo indiscriminato di suolo e risorse naturali costituisce un non ben identificato disegno antidemocratico, finalizzato a ridurre le libertà individuali e mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Va da se che i soliti noti, per qualche voto in più, sono ben felici di assecondare e stimolare questa tendenza. Si arriva cosi alla paradossale situazione che ogni provvedimento che spinga verso un miglioramento della situazione ambientale e di conseguenza della qualità della vita, viene contestato e frenato fino a renderlo inefficace. Un ottimo sistema per spingere tutti, loro stessi compresi, verso il baratro.

Il tavolo dei relatori

Il cambiamento climatico è una realtà. Non ha nulla a che vedere con quelli che si sono verificati nel passato perché l’intervento umano indiscriminato ne ha accelerato il decorso con esiti disastrosi che già sono sotto gli occhi di tutti a cominciare dalle crisi migratorie che tanta indignazione suscitano in vasti settori della pubblica opinione, facendo la fortuna degli apprendisti stregoni della politica. Non serve poi molto per desertificare vaste aree del pianeta. Bastano 0.5 gradi in più a determinare localmente eventi catastrofici e nell’ultimo decennio si è superato il grado. Perdurando le attuali tendenze alla fine  del decennio si arriverà a 1.5 gradi di aumento  con effetti fin troppo facili da immaginare. I rappresentanti delle istituzioni scientifiche che studiano il fenomeno sono concordi nell’affermare che la situazione climatica globale sta per raggiungere la fase critica superata la quale non sarà più possibile invertirne il degrado globale con conseguenze catastrofiche per tutti. Anche se di punto in bianco tutti i soggetti interessati iniziassero a tenere comportamenti più rispettosi nei confronti dell’ambiente, per vederne gli effetti positivi occorrerebbero ormai decine di anni, ma non è detto che anche questo obbiettivo minimo possa essere raggiunto visto che gli indicatori  ambientali  globali vanno in tutt’altra direzione.

Assessore Elisa Guerriero

Gli effetti della situazione di progressivo degrado ecologico globale si ripercuotono drammaticamente nell’ambito locale. A questo dovremmo pensare quando un pezzo di collina in zona Calzatora frana rovinosamente portandosi dietro un bel tratto di strada. Il fastidio di una mobilità ridotta, comunque limitata nel tempo, è ben poca cosa rispetto a ciò che sta realmente a monte di un simile evento, che, lo ricordiamo, non è che l’ultimo di una serie che ha interessato il territorio a partire dagli scorsi decenni. I più eclatanti sono le frane che bloccarono per lungo tempo due tratti della circonvallazione e la disastrosa alluvione di metà anni 90 che provocò anche una vittima. Ad essi vanno sommati altri   eventi che pur non toccando tali picchi di drammaticità rivelano una preoccupante fragilità del territorio. E questo ci introduce a un altro aspetto del problema ambientale globale: l’eccessivo e scorretto utilizzo dei suoli. Asfalto, cemento e insediamenti spesso sovradimensionati, se non addirittura inutili, sono i nemici principali del clima e dei territori. L’impermeabilizzazione dei suoli è la prima causa dei disastri che periodicamente interessano aree sempre più vaste del mondo e il nostro comprensorio, purtroppo, non ne è esente.

Rita Ambrosino, Circolo Legambiente Anagni

La società civile, almeno in alcune sue parti, tenta di porre un sia pur tenue argine a questo stato di cose. In tutto il mondo una miriade di organizzazioni agisce a favore della conservazione ambientale agendo a livello legislativo ove la situazione politica lo permetta. Appare evidente che in Paesi retti da regimi dittatoriali o fortemente dirigistici, e sono tanti, di grandi dimensioni e influenza globale, l’azione politica di questi gruppi è assai limitata. Da noi, per fortuna, è ancora possibile affrontare e confrontarsi liberamente su questi temi. Proprio al forte legame che lega cambiamento climatico e dissesto idrogeologico è stato dedicato un convegno organizzato dal locale circolo di Legambiente svoltosi alcuni giorni fa presso la Sala della Ragione di Palazzo Iseo.

Assessore Vittorio D’Ercole

Introdotti da Rita Ambrosino i relatori hanno offerto numerosi spunti di riflessione su ambiente e gestione del territorio. Nicola Riitano responsabile scientifico di Legambiente Lazio ha fornito i dati statistici aggiornati sul consumo di suolo a livello nazionale e locale (LINK AL VIDEO). A livello nazionale si è passati da 7 mq/secondo del 2012 ai 2.4 mq/secondo attuali, ma nonostante l’indubbio miglioramento la situazione è tuttora a livelli critici. A livello locale la densità di consumo del suolo è inferiore alla media regionale ma dal 2006 in poi si è avuta una impennata del 12% ovvero il doppio della media nazionale. Un territorio sano è più vivibile e produce ricchezza, ma come si interviene concretamente per la sua salvaguardia? Aurelio Tagliaboschi direttore del Consorzio di Bonifica di Anagni-Sora ha illustrato l’attività dell’ente responsabile della gestione e del governo delle acque su una superficie territoriale di 270 mila ettari distribuiti nelle provincie di Frosinone e Roma sui quali sono presenti 1500 Km di fossi demaniali, laghi, invasi e sorgenti. (LINK AL VIDEO). Gestire territori a rischio non è semplice. Gran parte dei Comuni italiani si collocano in situazioni idrogeologiche a rischio e le amministrazioni locali si trovano sistematicamente di fronte a complicate vicende normative e regolamentari attraverso le quali è difficile districarsi. Gli adempimenti burocratici per i quali il nostro Paese è tristemente noto, si ripercuotono sulla tempistica e sui costi degli interventi che ne risulta esageratamente dilatata e spesso è costretti ad agire in situazioni di emergenza. L’ingegnere ambientale Elisa Guerriero attualmente assessore all’ambiente e all’urbanistica del Comune di Ceprano, ha fornito un quadro completo di quella che è una vera e propria corsa a ostacoli nell’attuazione di interventi che invece andrebbero effettuati con la massima celerità (LINK AL VIDEO).

Aurelio Tagliaboschi, direttore Consorzio di Bonifica

Il cambiamento climatico accelerato dalle attività umane è stato invece sottolineato dal geologo Andrea Mutolo, responsabile dell’ufficio scientifico nazionale di Legambiente (LINK AL VIDEO). In relazione alla frana di via Calzatora Vittorio d’Ercole assessore all’ambiente e all’urbanistica del Comune di Anagni, ha invece comunicato che la riapertura della strada potrebbe avvenire prima dell’estate (LINK AL VIDEO). Altro tema attuale per il nostro comprensorio è l’annunciato insediamento di un polo della logistica di notevoli dimensioni, circa 40 ettari, nella zona di San Bartolomeo. Forti in questo caso le perplessità della rappresentante locale di Legambiente Rita Ambrosino che ha ricordato come nel territorio di San Bartolomeo sia già presente l’insediamento dismesso della SNIA (LINK AL VIDEO) che andrebbe riutilizzato in luogo di un nuovo consumo di suolo.  L’intervento di Roberto Scacchi (LINK AL VIDEO) presidente di Legambiente Lazio ha chiuso i lavori del convegno sottolineando come gli interventi per la salvaguardia dell’ambiente, con particolare riferimento al riscaldamento globale, a dispetto degli accordi internazionali, siano scarsi e insufficienti. L’amara conclusione è che perdurando l’attuale tendenza, molti dei luoghi costieri, anche quelli vicini a noi, semplicemente non esisteranno più perché verranno gradualmente sommersi dall’innalzamento del livello dei mari. Una menzione particolare merita la lettura (LINK AL VIDEO) tratta dal monologo “VajontS 23” di Marco Paolini sulla tragedia di Longarone che costituisce l’esempio più eclatante di gestione scellerata del territorio nel nostro Paese.

Convegno, panoramica della sala.