Attualità
QUATTRO ANNI FA IL DOTT. CARLO RECCHIA CI HA PREMATURAMENTE LASCIATO. LA BENEMERITA ASSOCIAZIONE “SOS DONNA” CHE DA DIECI ANNI OPERA IN PROVINCIA DI FROSINONE A SOSTEGNO DELLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA DI GENERE HA VOLUTO ONORARNE LA MEMORIA NEL CORSO DI UNA MANIFESTAZIONE PUBBLICA A ISOLA LIRI.
di Francesco Cecconi
Le statistiche sono impietose: ogni anno in Italia, con costante e tragica sistematicità, almeno 100 donne perdono la vita per atti di violenza perpetrati in ambito familiare e relazionale. Questi atti delittuosi costituiscono solo la punta dell’iceberg, sono i casi eclatanti che finiscono sui giornali, che provocano indignazione e dibattiti per qualche giorno o settimana e finiscono nel dimenticatoio presto sostituiti da altri immancabili atti di ferocia. Ciò che sta dietro a questa violenza di genere è altrettanto drammatico e costituisce una vera e propria emergenza sociale che ha ricadute umane, sociali ed economiche sia per i diretti interessati che per l’intera Comunità. Che si tratti della fine di una relazione o di gelosia esasperata, la molla che fa scattare questo perverso meccanismo in coloro che si credono maschi alfa è una sola: la volontà di controllo. La violenza domestica, non solo quella fisica, è molto più diffusa di quanto non appaia. Migliaia sono i casi segnalati ma chissà quanti rimangono nell’ombra, nascosti da quell’omertà familiare cosi difficile da estirpare. Il preambolo dell’ISTAT alla rilevazione annuale sul fenomeno chiarisce bene questo aspetto: “La violenza contro le donne è fenomeno di difficile misurazione perché in larga parte sommerso. Molto spesso si tratta di violenze dentro la famiglia, più difficili da dichiarare e denunciare, situazioni in cui la donna si sente sola a dover affrontare un dramma che, se portato allo scoperto, sconvolgerebbe anche gli equilibri di vita di altre persone care”.
Per far fronte a questa situazione è attivo dal 2006 quello che è conosciuto come “Telefono Rosa”, il 1522, istituito dalla Presidenza del consiglio dei ministri – Dipartimento per le pari opportunità, ma accanto ad esso, a livello locale, sono sorte decine di associazioni che in collaborazione con le istituzioni locali e con le ASL di riferimento forniscono il primo supporto alle donne vittime di violenza con aiuti psicologici e logistici per allontanarle dalle zone di pericolo. Una di queste benemerite entità associative, SOS DONNA SORA, ha da poco compiuto dieci anni di attività nella nostra Provincia e la ricorrenza è stata giustamente sottolineata il primo dicembre nel corso di una manifestazione svoltasi a Isola Liri nel corso della quale sono stati assegnati i “Premi Primum” assegnati a personalità che si sono particolarmente distinte nell’ambito del terzo settore. Nata come associazione itinerante SOS DONNA è diventata uno sportello e centro di aiuto che opera nei Distretti C e D della nostra provincia. Concretamente l’associazione mette in sicurezza le vittime di violenza fornendo loro anche supporto psicologico e legale e iniziando il percorso di riabilitazione e reinserimento sociale. Numerose anche le iniziative pubbliche, ad esempio nelle scuole, per la sensibilizzazione e la prevenzione.
Uno dei premi, purtroppo alla memoria e ritirato dalla consorte signora Elena Iovine, è stato assegnato al Dottor Carlo Recchia, valente psicologo e pioniere dello sviluppo delle strutture pubbliche deputate ai Servizi Sociali nella nostra Provincia. Proprio nella veste di responsabile del neo istituito servizio cittadino il dottor Recchia approdò ad Anagni nella seconda metà degli anni 80 sviluppandolo ed estendendolo con un approccio umano e professionale nel decennio successivo. Grazie a queste doti Carlo Recchia riusciva a stabilire un contatto empatico profondo con le persone alla ricerca di aiuto e punti di riferimento. Per loro Carlo Recchia non era solo un dottore ma anche un amico pronto alla chiacchierata, alla risata e allo scherzo e quando ha lasciato la nostra città ha suscitato unanime rimpianto. Carlo non è più tra noi da quattro anni. Ci ha lasciato presto, troppo presto. Avrebbe avuto ancora tanto da dare umanamente e professionalmente ma il destino ha deciso altrimenti. L’iniziativa di ricordarlo pubblicamente con questo premio è un tributo alla sua memoria ma la sua vera eredità è tutta depositata nei cuori e nei pensieri di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incrociare la sua esistenza.
(Fotografie a cura di Marco Tagliaboschi per AP)