LE ASSEMBLEE SINDACALI IN ONDE CORTE DEGLI ULTIMI MARCONISTI

Radio e Storia

Le antenne di Roma Radio

 

PER QUASI TUTTO IL VENTESIMO SECOLO IL MARCONISTA E’ STATA UNA FIGURA IMPORTANTE E A VOLTE  MITICA DELL’ATTIVITA’ MARITTIMA MA ALLA FINE ANCHE GLI ULTIMI RADIOPERATORI SI SONO DOVUTI ARRENDERE ALL’AVANZARE DELLE COMUNICAZIONI SATELLITARI E DIGITALI. NEL 1999-2000 L’INTERA CATEGORIA SI TROVO’ DI FRONTE AL BARATRO DELLA DISOCCUPAZIONE E COME TUTTI I LAVORATORI SI RIUNIRONO IN ASSEMBLEA PERMANENTE MA LO FECERO A MODO LORO: CON LE RADIO DI BORDO E SU ONDE CORTE.

di Francesco Cecconi

Da circa 20 anni il marconista è scomparso dalle navi. Questa figura misteriosa e romantica che aveva sulle spalle la gravosa responsabilità delle comunicazioni tra le navi e la terraferma, la gestione delle liste di traffico, nonché dei contatti, a quei tempi non agevoli e costosi, tra i marittimi e le famiglie lontane migliaia di chilometri, è stata soppiantata nel giro di qualche anno dai moderni sistemi di comunicazione digitali e satellitari che hanno mandato in pensione anche il vecchio “SOS” o “MAY DAY” lanciato in fonia o in telegrafia dall’operatore radio di bordo, che in caso di emergenza doveva mantenere  freddezza e lucidità  fuori dal comune. Il marconista gestiva fonia, telegrafia e radiotelescriventi che generalmente operavano in RTTY, SITOR-A e SITOR-B e gestiva il sistema di radiogoniometro che consentiva l’esatta impostazione della rotta della nave. Le comunicazioni tra naviglio e armatore erano frequenti. Attraverso la radio arrivavano istruzioni, listini cambi, quotazione delle materie prime, tutte informazioni propedeutiche al raggiungimento del risultato economico della crociera.

Bride e Philips, gli eroici marconisti del Titanic

 

La connessione tra i marittimi al lavoro sulle navi in ogni parte del globo e casa non era cosa semplice ed avveniva seguendo precisi protocolli. Come primo passaggio la nave doveva contattare sulla frequenza in onde corte più favorevole la stazione costiera di riferimento (nel caso dell’Italia la principale era Roma Radio che aveva come indicativo di chiamata IAR) e inserirsi in una lista di traffico che veniva inviata alle navi prima dell’inizio delle operazioni di chiamata. Quando arrivava il proprio turno i richiedenti parlavano attraverso la radio di bordo con gli operatori della stazione costiera che nel frattempo avevano chiamato il numero telefonico desiderato. La voce che arrivava attraverso il telefono veniva trasmessa via radio iniziando cosi la conversazione che veniva tariffata, in base al tempo utilizzato, in “unità” che venivano comunicate al termine della chiamata. Per coprire tutte le aree geografiche in tutte le stagioni le stazioni costiere di riferimento delle singole nazioni erano dotate di un sistema di antenne in grado di coprire le frequenze dai 2 ai 22 MHz. Le trasmissioni venivano effettuate in banda laterale unica o SSB, un sistema a soppressione della portante d’onda che consentiva collegamenti a lunga distanza sia pur a discapito della qualità sonora della voce. Le trasmissioni non erano criptate quindi chiunque fosse munito di ricevitori radio a onde corte poteva ascoltarle. Attraverso le onde corte viaggiavano gioie e drammi familiari: la nascita di un figlio che il padre avrebbe conosciuto solo al termine della crociera, la morte di un congiunto oppure l’andamento scolastico dei figli più grandi. Da queste conversazioni emergevano le figure di donne forti e decisioniste, abituate a gestire in prima persona, con mano ferma,  gli affari di famiglia durante i lunghi periodi di assenza dei mariti. 

UN OPERATORE DI ROMA RADIO TRASMETTE LA LISTA DI TRAFFICO SUI 4 MHz

I bollettini meteo costituivano una parte importante delle comunicazioni di bordo. Dalla loro tempestiva diffusione e ricezione poteva dipendere l’esito del viaggio. I marconisti erano anche i responsabili di quella che oggi verrebbe chiamata “telemedicina”, solo che a quei tempi per le emergenze sanitarie ci si collegava via radio a centri con personale sanitario specializzato come il CIRM di Roma che in base alle informazioni fornite dalla nave doveva decidere le terapie o gli interventi che doveva effettuare il personale di bordo in caso di malattia o incidente. Anche queste emergenze venivano mediate dagli operatori radio della nave.

Con il progressivo sviluppo delle nuove connessioni digitali e satellitari nel 1999 vennero approvati nuovi protocolli di comunicazione per le attività marittime e in poco tempo sarebbero scomparsi dall’etere i tantissimi segnali di identificazione delle stazioni radio marittime che in tutto il mondo segnalavano la loro presenza trasmettendo in codice morse il proprio call sign sulle frequenze assegnate, sia in trasmissione che in ricezione, in attesa delle chiamate o delle liste di traffico. Molti marconisti, soprattutto quelli con molta anzianità di servizio, si sarebbero ritrovati senza lavoro nel giro di pochi mesi. Come nel caso delle crisi industriali che mettono in forse il futuro dei dipendenti, anche per i marconisti la situazione si prospettava tutt’altro che rosea.

Il marconista e le radio di bordo

 

Nel corso di una normale vertenza lavorativa i dipendenti interessati, coordinati dai loro rappresentanti sindacali, si riuniscono in assemblea e decidono a maggioranza le azioni da intraprendere: scioperi manifestazioni e trattative con la controparte aziendale, generalmente moderate da rappresentanti istituzionali del Ministero del Lavoro. Organizzare e coordinare tutta questa serie di azioni non è semplice ma con gli interessati sparsi in tutti i mari del mondo la cosa risulta ancora più complicata. Per i marconisti l’unico modo per discutere e coordinarsi era quello di utilizzare il proprio strumento di lavoro: la Radio!  Dalla fine del 1999 e nei mesi successivi marconisti italiani si riunirono in assemblea via radio creando un net giornaliero sulla frequenza di 4143 KHz. Le assemblee iniziavano verso le nove di sera In quel periodo, su segnalazione di terze persone impegnate nell’attività marittima, mi appassionai non poco alla vicenda e in diverse occasioni mi fu consentito di ascoltare queste discussioni che culminarono nei mesi successivi con una trattativa al Ministero del Lavoro che si concluse con i classici strumenti del prepensionamento e della riqualificazione professionale.

L’operatore radio del film “Comandante”

 

Durante uno di questi ascolti, due marconisti si scambiarono dei dati per combinare un appuntamento una volta sbarcati e cosi, con un po’ di faccia tosta, tipica della gioventù e del cronista, mi misi in contatto con uno di loro immaginando di venire zittito dopo 5 secondi. Inaspettatamente invece, il marconista – Gianni il suo nome – persona gentilissima dallo spiccato accento veneto, fu davvero felice che qualcuno avesse a cuore il futuro lavorativo della categoria e si rese immediatamente disponibile per una chiacchierata e ad inviarmi un ricordo cartaceo del net nel quale lo avevo ascoltato. Preparai il cartaceo utilizzando una cartolina postale filatelica, gliela spedii e pochi giorni dopo mi fu rispedita compilata e firmata dall’operatore che di li a pochi giorni si sarebbe anche recato a Roma per il tavolo di trattativa.

La cartolina in ricordo del NET dei marconisti

 

Di li a qualche mese sulle bande marittime ci sarebbe stato un silenzio quasi assoluto, interrotto solo dalle 2 o 3 stazioni che ancora marcano il canale con il loro call in telegrafia. In ricordo di quel periodo e di quella particolare vertenza sindacale via radio mi rimane la cartolina QSL firmata da Gianni, marconista dell’Espresso Ravenna (ICKV) che a 23 anni di distanza, insieme al ricordo di questa insolita vertenza lavorativa, abbiamo il piacere di condividere con i nostri lettori.