Radio e telecomuncazioni

di Francesco Cecconi
NEL MONDO DEL DIGITALE ALCUNE RADIO RESISTONO SULLE ONDE MEDIE E CORTE E GRUPPI DI APPASSIONATI SI OSTINANO A SEGUIRLE. BREVE STORIA DELLA RADIODIFFUSIONE, DEI SUOI NOSTALGICI FOLLOWERS CON DUE PODCAST DESTINATI ALLE ONDE CORTE INSIEME A ROBERTO VACCA, GRAZIANO BRAGA E FRANCESCO CECCONI.
L’invenzione e lo sviluppo delle comunicazioni a distanza è passato attraverso diverse fasi. Dalle prime sperimentazioni di Marconi ed altri negli anni 90 del XIX secolo si è arrivati in poco più di cento anni all’attuale complesso sistema globale di Comunicazioni che sta vivendo una intensa fase di progressiva digitalizzazione. La necessità di muovere merci, capitali e informazioni ha determinato la rapida accelerazione dello sviluppo di una tecnologia che per molto tempo è rimasta saldamente ancorata al sistema analogico, il che non vuol dire che il globo non fosse interconnesso. Già prima dell’avvento delle onde elettromagnetiche nelle telecomunicazioni si era in grado di comunicare col telegrafo e col telefono e una capillare rete di cavi consentiva comunicazioni rapide ed abbastanza efficienti tra l’Europa e le Americhe. Il problema risiedeva nella necessità di realizzare infrastrutture terrestri e marittime – pensate solo alla posa in opera dei cavi sottomarini intercontinentali – molto costose sia nella fase di realizzazione che di gestione. I costi del servizio non erano esattamente a buon mercato e certamente non alla portata di tutti.

L’introduzione delle onde elettromagnetiche cambiò radicalmente la situazione suscitando l’iniziale diffidenza e ostracismo da parte delle compagnie che utilizzavano la tecnologia del cavo. Marconi stesso che aveva programmato la realizzazione della sua prima stazione ricevente nel nord est degli Stati Uniti, si trovò costretto a scegliere l’Isola di Terranova, allora facente parte del Dominion britannico del Canada, a causa degli impedimenti legali che le Compagnie statunitensi riuscirono a imbastire contro la sua sperimentazione di trasmissione radio attraverso l’Oceano Atlantico. Col nuovo sistema bastava costruire delle stazioni ricetrasmittenti nei punti geografici più favorevoli per comunicare in tempo reale tra luoghi distanti tra loro anche migliaia di chilometri. Il passo successivo fu ovviamente la trasmissione di voci e suoni grazie anche all’ingegno di scienziati come il dottor Riccardo Moretti di Patrica che fu uno dei primi sperimentatori italiani già nel 1909. La RADIO come la conosciamo noi inizia negli anni 20 e da quel momento in poi ci ha accompagnato stabilmente nella vita di tutti i giorni.
LA CONVERSAZIONE CON ROBERTO VACCA E GRAZIANO BRAGA E FRANCESCO CECCONI TRASMESSA DA AWR IL 6 AGOSTO 2023
A partire da quegli anni – La Radio italiana iniziò a trasmette ufficialmente nel 1924 – una fitta rete di stazioni mise in connessione tutto il mondo. Dove c’era la possibilità tecnica e persone disposte ad investire su questo mezzo venne realizzata una stazione radio. La formazione di grandi network privati o statali fu il passo successivo. Il nuovo mezzo riscosse un successo planetario con un pubblico sempre crescente che nel corso del tempo oltre a essere semplice fruitore chiedeva anche di partecipare in maniera attiva e interagire con i programmi e i personaggi che li animavano.
Gli scambi tra stazioni e ascoltatori avvenivano attraverso la posta e con il flusso sempre crescente di ascoltatori le radio si strutturarono con appositi uffici di pubbliche relazioni per tenere questi contatti. Per fidelizzare gli ascoltatori, insieme alle lettere di risposta le radio iniziarono ad inviare piccoli omaggi come cartoline e fotografie dei protagonisti delle trasmissioni che diventarono ben presto oggetti da collezione. A questi servizi si aggiunse ben presto una corposa pubblicistica fatta di riviste sia tecniche che di intrattenimento che oltre al calendario della programmazione mostravano agli ascoltatori i volti dei loro beniamini. Le trasmissioni si effettuavano in onde lunghe e medie per i servizi locali e in onde corte per i servizi internazionali o per coprire lunghe distanze all’interno di entità nazionali territorialmente molto estese. Naturalmente molta attenzione era riservata al rilevamento della qualità del segnale che veniva comunicata sempre attraverso il servizio postale dal segmento di pubblico più attento agli aspetti tecnici della radiodiffusione. I rapporti d’ascolto venivano inviati con cadenza periodica e le stazioni ringraziavano inviando speciali cartoline o lettere definite in gergo radiantistico “QSL” anch’esse divenute in breve tempo ambiti oggetti da collezione.

La situazione attuale della radiodiffusione sono sotto gli occhi di tutti. Lo sviluppo della banda FM a partire dagli anni 60 ha consentito non solo di ascoltare trasmissioni con qualità audio più elevata ma anche l’ingresso di tanti nuovi operatori nel mondo della radio. Il passo successivo è stata la digitalizzazione del servizio con l’introduzione del DAB e del DAB+ , mentre le web radio costituiscono una realtà ben consolidata.
E il vecchio sistema di radiodiffusione ? E’ ancora in parte presente ed utilizzato anche se in maniera sempre più ridotta. Molti Paesi hanno già effettuato lo switch off sulle nuove piattaforme digitali ed altri si apprestano a farlo. Le onde medie e corte vengono ancora utilizzate per coprire aree isolate e difficilmente raggiungibili dai nuovi sistemi che prevedono comunque una capillare rete di ripetitori o collegamenti satellitari. Tanto per fare un esempio, più o meno dieci anni fa, la Radio Vaticana che aveva già spento le onde medie, aveva deciso di fare altrettanto con le onde corte e la chiusura, a quanto si dice, fu scongiurata personalmente da Papa Francesco proprio per consentire la ricezione del segnale nelle aree più svantaggiate del pianeta. Una improvvisa riscoperta dell’utilità delle onde medie si è avuta lo scorso anno con l’inizio della guerra in Ucraina, quando sia questa nazione che la Russia, che pure avevano effettuato lo switch off diversi anni fa, hanno ricominciato a trasmettere su questa banda.
CONVERSAZIONE CON ROBERTO VACCA, GRAZIANO BRAGA E FRANCESCO CECCONI TRASMESSA DA AWR IL 3 LUGLIO 2023
Altre emittenti internazionali, sia pur con evidenti tagli alle strutture e alla programmazione, continuano ad usare le onde corte. Molte di queste radio hanno alle spalle potenti organizzazioni religiose e sembrano gli unici soggetti di diritto privato in grado di reggere i costi energetici e di gestione di queste trasmissioni. Adventist World Radio – Voice of Hope (Radio Mondiale Avventista) grazie alle sue potenti stazioni ripetitrici – di proprietà o noleggiate da terzi – copre buona parte del globo. L’ azione mediatica viene supportata a livello locale da una rete di stazioni operanti sulla banda FM. In Italia la stazione capofila è Radio Voce della Speranza che ha sede in quel di Firenze. L’emittente produce localmente i suoi programmi ma è anche responsabile dello spazio domenicale in lingua italiana trasmesso in onde corte attraverso i potenti trasmettitori tedeschi di Nauen. La trasmissione ha la durata di un’ora. La prima mezz’ora di trasmissione è dedicata agli appassionati della radio analogica ancora attivi in Italia. La trasmissione si chiama “Obbiettivo DX” ed è in onda ininterrottamente da oltre venti anni. Nella seconda parte vengono invece affrontati importanti temi d’attualità con interviste e commenti. “Obbiettivo DX” si occupa di radio e di radioascolto analogico tradizionale coinvolgendo un nutrito gruppo di appassionati anche attraverso un gruppo attivo su Facebook. E’ in questa sede che in due occasioni sono stato invitato dai conduttori Roberto Vacca e Graziano Braga a fare una “chiacchierata tra amici” sui vari aspetti di questa attività. Le conversazioni hanno riguardato sia gli aspetti tecnici che i ricordi di tanti anni, con un pensiero particolare a coloro che non sono più tra noi come Dario Monferini e Roberto Scaglione – animatore di questo spazio per molti anni – scomparsi lo scorso anno a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro.