LA TV UNIVERSALE. IL SOGNO DI WILLIAM HALSTEAD RACCONTATO (NEL 1955) DA “SELEZIONE”

Storia e Telecomunicazioni

William Halstead

di Francesco Cecconi

ANCHE LA TV MODERNA E’ FIGLIA DELLA GUERRA FREDDA. NEGLI ANNI 50 UN INGEGNERE GLOBETROTTER CHE AVEVA LAVORATO PER LA VOICE OF AMERICA  CONVINCE I PAESI DI MEZZO MONDO AD ADOTTARE IL SISTEMA TV AMERICANO A SCAPITO DI QUELLO SOVIETICO. UNA STORIA DI TECNICA E GEOPOLITICA NARRATA NEL 1955 DA “SELEZIONE.
L’articolo di “Selezione” del luglio 1955
I lettori più attempati di questo sito  ricorderanno certamente “Selezione dal Reader’s Digest”, edizione italiana della rivista mensile Reader’s Digest. Per i più giovani spighiamo brevemente di cosa si tratta: nel 1922 Roy DeWitt Wallace e sua moglie Lila Bell Acheson grazie anche al finanziamento di Lord Staufen fondarono questa rivista generalista che trattava sia di temi “leggeri” che di argomenti più importanti facendo riferimento a quella fascia sociale bianca e conservatrice che si riconosceva nella cultura WASP. Per molte persone la rivista costituì per tanto tempo l’unico accesso disponibile alla lettura con costi accessibili. La rivista arrivò ad avere una tiratura di oltre 12 milioni di copie.

 

Il Reader’s Digest arrivò in Italia dopo il secondo dopoguerra, stampato dal 1948 al 1967 dalla casa editrice Arnoldo Mondadori Editore. Era  uno strumento di propaganda americana e insieme alla musica e alla cinematografia d’oltreoceano si faceva portavoce di quella che venne definita “american way of life”,  ma che a monte aveva un sistema di fact  checking di tutto rispetto che le conferiva una certa autorevolezza, al netto degli intenti propagandistici. Per diversi anni l’edizione italiana che aveva mantenuto  il classico  formato di libro tascabile, si limitò a riportare la traduzione degli articoli pubblicati negli Stati Uniti e solo sul finire degli anni 60 si ritagliò una certa autonomia con articoli scritti in loco e più aderenti alla realtà italiana di quel periodo. Oltre alla rivista vera e propria “Selezione” mise sul mercato, a prezzi accessibili, collane di libri, dischi di musica classica e dii jazz. Ben noto agli appassionati di musica il primo impianto stereo a basso costo e pagabile a rate che sul finire degli anni 60 portò alla diffusione degli LP nell’ascolto casalingo in luogo del classico mangiadischi destinato all’ascolto dei 45 giri.
Il numero di luglio del 1955 presenta un articolo molto interessante per gli appassionati di storia della radio e della televisione. L’occhiello annuncia: “Un ingegnere lavora a una rete televisiva che abbraccerà tutto il mondo” seguito dall’altisonante titolo “A PRESTO LA TV UNIVERSALE” e si, un programma decisamente ambizioso per il 1955, quando la televisione globale non esisteva ancora e nel mondo e le singole nazioni iniziavano appena a definire i loro palinsesti di questo innovativo mezzo di comunicazione di massa. Vi erano da superare una infinita serie di problemi tecnici e politici ai quali l‘ingegner William Halstead, protagonista dell’articolo, dovette mettere mano nelle prime fasi di questa campagna per lo sviluppo e soprattutto per il controllo della futura TV globale. Anche qui, come in altri ambiti c’era la necessità di combattere il nemico numero 1, l’Unione Sovietica, che già dal 1948 aveva sviluppato un suo sistema televisivo presto adottato anche da alcuni Paesi satelliti e addirittura da qualche altro del blocco occidentale. A est come a ovest già ci si rendeva conto che il nuovo mezzo sarebbe stato fondamentale per il controllo e la diffusione delle idee.

 

Ed ecco quindi, a firma di A.E. Hotchener, descritte con dovizia di particolari le peregrinazioni dell’ingegnere, già consulente tecnico della Voice of America, con vaste esperienze di installazione di stazioni ripetitrici in FM e in microonde nel Nord America, attraverso Giappone, Thailandia, India e Turchia per imporre il sistema di trasmissione televisivo americano a scapito di quello sovietico, considerato di minor qualità ma che rischia di essere adottato in molti Paesi. Il ragionamento di Halstead è molto semplice: se il sistema delle stazioni ripetitrici posizionate in punti strategici funziona per la radio FM, perchè un sistema analogo non dovrebbe funzionare anche per la TV ? Come descritto nell’articolo il modello proposto ha successo e nel Giappone questo provoca anche un rapido sviluppo dell’industria elettronica per soddisfare la grande richiesta di nuovi apparecchi TV. Come poi, ben sappiamo, per diversi decenni il Giappone ha mantenuto un primato pressoché assoluto in questo settore. 

 

In aggiunta all’articolo fu inserito anche un trafiletto dal titolo “TV EUROPA-EUROVISIONE” a firma di Domenico Eugenio Ravalico noto tecnico, imprenditore e autore di numerosi testi di elettronica e telecomunicazioni, sulla nascita della connessione tra gli enti televisivi dell’Europa occidentale che noi conosciamo ancora con il nome di “EUROVISIONE”, che nel 1954 aveva visto come pionieri Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania. Svizzera, Olanda e Danimarca che adottarono un comune sistema di trasmissione a 625 linee.
 
credits: le immagini sono tratte dal numero di Luglio/1955 di “Selezione dal Readre’s Digest” (A. Mondadori Editore)