Territorio e ambiente
di Francesco Cecconi
IN PRINCIPIO FU L’INDUSTRIALIZZIAZIONE FORZATA POI ARRIVO’ LACRISI. LE INQUIETANTI VESTIGIA DI QUEL PERIODO CI RICORDANO LE PROFONDE FERITE DEL TERRITORIO.
Non sappiamo se qualche regista cinematografico o scenografo ci abbia già pensato ma il panorama è degno di un filmone post apocalittico, di quelli che tanto andavano di moda negli anni 90. Ci troviamo a pochi Km da Anagni, in quel tratto della via Morolense che vede ancora la presenza di diverse attività estrattive.
Accanto a queste aziende ancora in essere spicca un sito ormai abbandonato da decenni che dopo la chiusura dell’attività è ormai diventato un vero e proprio relitto industriale, una specie di memento dei tempi dell’industrializzazione forzata (e assistita) del territorio che nel giro di poco più di venti anni ha dovuto cedere il passo alle inesorabili leggi di un mercato sempre più cinico e competitivo.
Le attività sono cessate ma le rovine sono ancora li a ricordarci quel periodo, che se da una parte ha incrementato il reddito pro capite di una zona che ancora agli inizi degli anni 60 era interessata da una consistente emigrazione verso i Paesi del Nord Europa e le Americhe, dall’altra ha segnato profondamente il territorio con livelli di inquinamento allarmanti sul piano ambientale, sociale e sanitario.
Al repentino cessare delle attività non è corrisposto un altrettanto rapido intervento di messa in sicurezza e riqualificazione del territorio come dimostra la presenza di questi inquietanti fantasmi dell’industrializzazione che fu. Il nostro è un comprensorio in cerca di identità e futuro che si sta ancora leccando le profonde ferite provocate da stravolgimenti repentini che nell’arco di mezzo secolo ne hanno cambiato profondamente aspetto e identità.
Questo territorio ha bisogno di indicazioni certe per il futuro e togliere dal nostro orizzonte questi inquietanti fantasmi del passato sarebbe già un buon inizio.