UN INTELLETTUALE DI REGIME EMULO DI DE AMICIS E STRONCATO DA GRAMSCI. UN LIBRO DI TESTO PER LA V ELEMENTARE DISTRIBUITO DA UNA STORICA LIBRERIA DI ANAGNI E LETTO IN UNA NOSTRA SCUOLA DA UN RAGAZZINO DEL 1931. BREVE STORIA DEL “BALILLA VITTORIO” E DI ROBERTO FORGES DAVANZATI.
di Francesco Cecconi
Nel 1931 il regime fascista controllava tutti gli aspetti della vita della Nazione. La scuola pubblica era ovviamente il luogo privilegiato dell’indottrinamento che iniziava fin dalla scuole elementari. Insieme ai canonici manuali delle materie scolastiche agli alunni venivano forniti anche testi per così dire “leggeri” ma che avevano lo scopo di avvicinarli gradualmente all’ideologia dominante. Gli alunni di quinta elementare avevano come testo complementare “Il balilla Vittorio” che nelle intenzioni dell’autore, Roberto Forges Davanzati, voleva essere una specie di libro Cuore in salsa fascista.
Non è difficile infatti trovare una serie di similitudini tra il giovane Balilla Vittorio ed Enrico Bottini protagonista del libro del De Amicis. I fini “pedagogici” delle due opere sono evidenti, ma mentre nel primo si cerca di creare una identità nazionale tra i cittadini di una giovane Nazione, nell’altro si vuole omologare le giovani menti al culto del partito unico e del capo supremo. E così le avventure del Balilla Vittorio finiscono sempre in luoghi e situazioni che propagandano le “splendide” realizzazioni del regime. L’autore, che da li a qualche anno, sarebbe stato nominato Senatore del Regno, era un esponente di primo piano del PNF, faceva parte del Gran Consiglio e aveva diretto vari giornali. Dal 1929 al 1933 ricoprì l’incarico di presidente della SIAE. Anche Antonio Gramsci si occupò di lui appellandolo anche in modi poco lusinghieri. Insieme ad altri, ben più gravi epiteti, lo definì “tipo da farsa intellettuale”.
La copia del libro di cui sono in possesso ha invece una storia anagnina. Il libro ha timbro della storica libreria-cartoleria di Via Vittorio Emanuele “La buona stampa” di cui era titolare il Cav. Cellitti. In questo esercizio commerciale situato a pochi metri da Piazza Massimo d’Azeglio (comunemente nota come Piazza Bacchetti), generazioni di studenti si sono rifornite di libri e materiale scolastico. Sulla seconda di copertina è presente una marca del Provveditorato dello Stato per il Lazio con la dizione “Libri unici per le scuole elementari” che probabilmente ne attestava la distribuzione gratuita per le scuole elementari. Il libro costava 9 Lire, spesa abbastanza consistente se rapportata al reddito medio di una famiglia contadina dell’epoca. Abbiamo pensato di proporvi anche qualche pagina de “Il Balilla Vittorio” a testimonianza degli usi e costumi di quell’epoca.
Tra le reazioni a questo articolo, pubblicato in anteprima sui social, abbiamo riscontrato una originale presa di posizione, assai grottesca a onor del vero, che ci ha stimolato a concluderlo con qualche breve nota esplicativa, a scanso di ulteriori fraintendimenti. L’articolo è visto come spia di una sorta di deriva ideologica, meritoria di una contrapposizione, o addirittura di una par condicio, per sottolineare le incongruenze e dei misfatti compiuti dall’ “altra parte”. Anche al lettore più distratto appare evidente che non è questo lo scopo dell’articolo che parla di un libro di testo i cui fini appaiono ben chiari, ma che vede la sua ragion d’essere nel fatto che esso sia stato distribuito da una storica libreria della nostra città oltre 90 anni fa e che sia stato letto da uno o più alunni, nostri concittadini, dell’età di 8-10 anni nell’anno scolastico 1931. Le vicende dell’autore, all’epoca personaggio pubblico di rilievo in ambito nazionale, sono ben note alla critica e alla storiografia e noi ci siamo limitati a riportarle come meri dati biografici. Se è il riferimento a Gramsci che da fastidio ci corre l’obbligo di sottolineare che saremmo stati ben lieti di poter parlare di un suo testo venduta dalla stessa libreria. Purtroppo non sarà possibile farlo visto che nel 1931 Gramsci era in galera, perché ai tempi era quello il destino degli oppositori.