Per gentile concessione di FEUDALESIMO
IL 10 MARZO 1209, PAPA INNOCENZO III, AL SECOLO LOTARIO DEI CONTI DI SEGNI EMETTEVA UNA BOLLA PER BANDIRE UNA CROCIATA CONTRO GLI ALBIGESI, UNA DELLE PAGINE PIU’ BUIE DELLA STORIA DEL MONDO OCCIDENTALE.
L’ERESIA CÀTARA
Gli albigesi, dal nome della città di Albi, o càtari, dal latino medievale “cathărus”, che a sua volta deriva dal greco “καθαρός”, cioè puro, erano un movimento ereticale che si era diffuso in Europa Occidentale a partire dal 1150 circa, provenendo dalle terre orientali, forse dai Balcani, raggiungendo in particolare la Val Padana e l’Occitania. Le origini sono controverse: secondo alcuni si tratta di idee orientali portate in Europa al ritorno dalla Prima Crociata (1096-1099), attraverso il contatto con i bogomili dei Balcani, secondo altri erano presenti già nell’Alto Medioevo, come il frutto di antiche eresie mai del tutto sopite. Ad ogni modo, i catari avevano sviluppato teorie che attaccavano tutta la società, in particolare la Chiesa, accusata di essere al servizio di Satana, partendo dalla credenza che tutto il mondo materiale e la terra fossero una creazione di Satana stesso e che Gesù fosse un angelo in sembianze umane. Rifiutavano il consumo di carne, uova e il sesso, in quanto la procreazione serviva, secondo loro, solo ad aumentare gli schiavi di Satana. Si nutrivano di pesce solo perché pensavano che al tempo si riteneva che la riproduzione dei pesci fosse asessuata. Era rigettata la proprietà privata delle cose. Avevano una struttura gerarchica in cui primeggiavano i perfetti, seguiti dai semplici credenti.
LA CONDANNA PAPALE
L’eresia catara aveva molto seguito in Linguadoca e Provenza e già papa Alessandro III, al secolo Rolando Bandinelli (1100-1181), aveva condannato il catarismo. La Chiesa non poteva tollerare questa dottrina, che avrebbe sovvertito qualsiasi ordine umano: papa Innocenzo III, fattosi carico del problema, — come di altre gravose questioni, quali la ripresa di Gerusalemme, la Reconquista, le Crociate del Nord — aveva inviato vari messi per ottenere l’appoggio dei signori locali e scomunicare chi avesse fiancheggiato gli eretici.
L’ASSASSINIO DEL LEGATO PONTIFICIO E LA REAZIONE
Il 14 Gennaio del 1208, era stato assassinato il legato pontificio, il beato Pietro di Castelnau (1170-1208), ucciso di spada vicino all’Abbazia di Saint-Gilles-du-Gard, a Trinquetaille, nei pressi di Arles. Per reazione a questo grave delitto e non vedendo altra soluzione al dilagare dell’eresia, il 10 Marzo del 1208, papa Innocenzo III bandì la crociata.
LA CROCIATA ALBIGESE
Molti eserciti della Francia settentrionale — dall’Ile de France, dall’Orleanese e dalla Piccardia — avrebbero risposto all’appello papale, sotto la guida dell’Abate di Citeaux, il beato Arnaud Amaury (†1225), e avrebbero marciato verso Sud contro i catari. Nel 1209 sarebbe stata conquistata la cittadina di Béziers dove alcune fonti, sicuramente esagerando, avrebbero riferito di ventimila persone uccise, tra eretici e cittadini che li avrebbero protetti, a seguito dell’ordine apocrifo dell’Abate di Citeaux: «Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius». Cioè: “Uccideteli! Sa infatti il Signore quali sono i suoi.” Nell’Agosto del 1209, sarebbe stato nominato capitano generale dell’esercito crociato il conte Simone di Montfort (1165-1218), che avrebbe conquistato Albi, Castelnaudary, Castres, iniziando a unire in una la lotta contro gli eretici e l’ambizione della corona francese di riportare sotto il proprio diretto controllo il Sud della Francia.
LA BATTAGLIA DI MURET
Il 12 Settembre 1213 nella battaglia di Muret, il Monfort e i suoi crociati avrebbero sconfitto un esercito infatti comandato da re Pietro II di Aragona (1174-1213), che sarebbe morto in battaglia, e dal conte Raimondo VI di Tolosa (1156-1222 ). Il Re di Aragona — già eroe della Reconquista e vittorioso sui Mori nella celebre battaglia di Las Navas de Tolosa (1212) — e il Conte di Tolosa sarebbero stati mossi non ragioni religiose, ma da ragioni politiche, in quanto il Sud della Francia, sottratto agli eretici, sarebbe stato praticamente assoggettato a Parigi.La battaglia di Muret segnò la fine dell’indipendenza occitana e la diaspora dei suoi trovatori.
L’INTERVENTO DIRETTO DELLA CORONA
Nel 1214 si sarebbero concluse le operazioni militari, ma fra il 1215 e il 1225 una serie di rivolte avrebbero riportato tutti i territori sotto la giurisdizione di Tolosa e l’influsso dei catari. Nel 1223 sarebbe intervenuto personalmente il Re di Francia Luigi VIII (1187-1226) con l’esercito reale, che avrebbe conquistato Avignone, Béziers e Carcassonne, per poi morire di dissenteria, a seguito di un’epidemia esplosa nel suo accampamento. Nel 1228, sarebbe intervenuto il suo giovane figlio e successore, Luigi IX il Santo (1214-1270), che avrebbe conquistato Tolosa. Tutti i territori sarebbero stati incorporati nei domini diretti della Corona di Francia e l’eresia sarebbe stata estirpata. Si sarebbero così conclusi la crociata e decenni di guerre: l’eresia albigese, inaccettabile per la società civile, sarebbe stata sconfitta anche al prezzo dei diversi massacri seguiti alla conquista delle città — benché quasi sempre esagerati sia dalle fonti coeve, per maggior gloria dei crociati, sia dagli storici moderni, per scopi detrattivi — e al prezzo della fine dell’indipendenza politica e culturale della Francia del Sud, soggiogata dalla Francia del Nord. Tra le conseguenze più nefaste, la diaspora dei poeti, trovatori e menestrelli occitani pose fine a una delle culture letterarie più floride di quel tempo, ma — per contro — ne avrebbe favorita la diffusione per il resto del mondo cristiano, influenzando la futura poetica delle scuole siciliana e toscana.
L’INQUISIZIONE
Alcuni focolai di eresia sarebbero rimasti nella zona, non ostante tutto, e avrebbero ripreso ad ardere nella seconda metà del XIII Secolo, ma sarebbero stati eliminati totalmente anni dopo dall’inquisitore domenicano Bernardo Gui (1261-1331) all’inizio del XIV Secolo. Bernardo avrebbe agito con efficienza e in vari anni avrebbe emanato 930 sentenze contro gli eretici rimasti, ma sole 42 esecuzioni capitali, dimostrando una sicura capacità repressiva senza cadere nel fanatismo. Solo così la regione sarebbe stata definitivamente pacificata.
LE FONTI
Per la redazione di questo articolo, sono state consultate varie fonti, tra cui si menzionano “Sacri guerrieri – La straordinaria storia delle crociate” di Jonathan Phillips (n. 1965) e il Volume V (Il trionfo del Papato e lo sviluppo comunale) della “Storia del mondo medievale” edita dalla Cambridge University Press, ai capitoli I, “Innocenzo III”, di Ernest Fraser Jacob (1894-1971), e XIII, “Le eresie e l’Inquisizione nel Medioevo, 1000-1305”, di Arthur Stanley Turberville (1888-1945), ma anche il Volume 62 (2004) del “Dizionario Biografico degli Italiani” edito dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani degli Alfieri (1877-1961) e disponibile su treccani.it, alla voce “Innocenzo III, papa”, curata da Werner Maleczek (n. 1944).
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