L’ARTE MEDICA E LA STORIA. LA VITA DI PIETRO ZAPPASODI DA MAMELI ALLA STORIA DI ANAGNI

Pietro Zappasodi 4 febbraio 1833 – 17 settembre 1924

“Venuto in Anagni nel 1872 a prestare servigio nell’arte salutare, amante di ricerche, mi posi ad indagare intorno alle notizie di questa città, che fondata dai Marsi discendenti dei Pelasgi prima che nascesse l’Urbe, andò celebrata nella storia per avere  a capo della Confederazione Ernica combattuto con i Romani, ora con prospera ora con avversa fortuna, finché  vinta dal valore di quelli, cadde soggetta” (Pietro Zappasodi)

Luglio 1849, la breve esperienza della Repubblica Romana sta per terminare. Le forze repubblicane asserragliate nella città eterna stanno opponendo l’ultima strenua resistenza alle forze dell’internazionale reazionaria che, capeggiate dalla Francia, stanno per riportare la città e lo Stato Pontificio sotto il controllo del Papa Re. Durante la battaglia in difesa della Villa del Vascello, sul Colle del Gianicolo, un ragazzo di appena 22 anni che ha già combattuto a Palestrina e  Velletri viene ferito a una gamba e trasportato dai compagni presso l’ospedale di Trinità dei Pellegrini dove il dottor Pietro Maestri gli presta le prime cure che purtroppo risulteranno vane. La cancrena sopraggiunge in breve tempo e il 6 luglio muore. Il nome del ragazzo è Goffredo Mameli, un poeta e intellettuale votato alla causa repubblicana, all’unirà nazionale e all’indipendenza d’Italia. Il suo CANTO DEGLI ITALIANI gli sopravvive e poco più di un secolo dopo, con la musica di Michele Novaro, diventerà l’inno nazionale dell’Italia finalmente repubblicana.

In quelle ore però ben pochi pensano al futuro. La pressione degli assedianti si fa sempre più forte e all’interno dell’ospedale continuano arrivare molti feriti. Anche il personale che li assiste è li su base volontaria. Chi può assiste i medici e molti ragazzi che hanno scelto di stare coi repubblicani vengono impiegati come infermieri. Tra loro c’è un ragazzo di origini marchigiane, ha 16 anni, pochi  meno dei feriti che assiste, è lui che rimane insieme a Mameli nelle sue ultime ore di vita, il suo nome è PIETRO ZAPPASODI e il ricordo di questo episodio della sua gioventù non lo abbandonerà mai. La famiglia conserva ancora  una medaglia coniata al tempo dei moti rivoluzionari con la scritta “Roma rivendicata ai suoi liberatori”. Passata l’ondata repubblicana e rivoluzionaria inizia gli studi di medicina fino a laurearsi nel 1856 e diventare medico nel 1858.

E’ un bravo medico e concorso dopo concorso ottiene incarichi sia a livello ospedaliero che come medico condotto in molte località del Lazio.  Agli inizi del 1871 il dottor Camillo Poggiali che  per molti anni è stato il medico condotto di Anagni muore e viene bandito un concorso per l’assegnazione del posto vacante. Il dottor Pietro Zappasodi lo vince e si trasferisce ad Anagni e a questa città rimane legato fino alla sua morte avvenuta il 17 settembre 1924. Ad Anagni si sposa con Laura Apolloni esponente della nobiltà locale e va a risiedere nel palazzo di famiglia.

Oltre alla Medicina Pietro Zappasodi ha anche un’altra grande passione: la storia. Quando non esercita la professione il dottore si dedica con scrupolo e competenza allo studio e alla documentazione storica, soprattutto in ambito locale. Tra i suoi amici  ci sono Guido Baccelli, importante figura di umanista, intellettuale e politico, che è stato più volte ministro della pubblica istruzione nei governi liberali post unitari e l’archeologo Giovanni Battista de Rossi, lo scopritore delle Catacombe di San Callisto.  Quando giunge ad Anagni ha già al suo attivo la pubblicazione di alcuni saggi storici su diverse zone del Lazio e ben presto inizia ad interessarsi della storia della città.

Il suo lavoro di ricerca e documentazione è incessante e la mole di materiale raccolto è notevole. Il primo progetto editoriale prevede una biografia degli “anagnini illustri” ma il progetto vira in una corposa storia della città a cui viene dato il titolo di “Anagni attraverso i secoli”, due volumi per oltre mille pagine di testo che ripercorrono la storia cittadina dalle prime testimonianze storiche fino alla fine del XIX secolo. L’opera viene stampata a Veroli dalla Tipografia Reali e insieme all’analoga opera dell’Ambrosi De Magistris  costituisce a tutt’oggi il punto di partenza fondamentale per lo studio della storia della città.

L’opera di Pietro Zappasodi è stata ristampata più volte e l’ottima edizione in stampa anastatica che abbiamo consultato per questa rievocazione è del 1985 a cura di Umberto Alfredo Rossignoli, con la prefazione biografica del professor Giampiero Raspa e stampata a cura dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.  Lo stesso editore aveva in precedenza dato alle stampe la Storia di Anagni dell’Ambrosi de Magistris.