EUROVISION SONG CONTEST, I MANESKIN E UN PO’ DI STORIA

 

L’avventura europea dei Maneskin è finita nel migliore dei modi: sono loro i vincitori dell’Eurovision Song Contest 2021. Finiti al quarto posto nel voto della giuria di qualità, il quartetto romano ha vinto grazie al voto popolare. Il loro “Zitti e buoni” riveduto e corretto per soddisfare gli standard imposti dall’organizzazione del contest, ha fatto breccia nel gradimento dei telespettatori europei che ne hanno decretato la vittoria. Il brano, uno dei più scaricati su Spotify degli ultimi mesi, partiva comunque con il favore dei pronostici e alla band degli ex liceali di Monteverde è riuscita l’impresa sfiorata due anni fa da Mahmood con “Soldi”.  E’ la terza volta che l’Italia si aggiudica la vittoria in questa kermesse canora continentale la cui prima edizione risale al 1956.

Una giovanissima Gigliola Cinquetti si aggiudicò la vittoria nell’edizione del 1964 a Copenaghen con la melodica “Non ho l’età”. Nel 1990 il Festival di Sanremo fu vinto dai Pooh con “Uomini soli”. Il gruppo però rifiutò di partecipare al contest europeo e in sostituzione venne proposto il nome di Toto Cutugno che si presentò con un brano composto e arrangiato nel giro di pochi giorni: “Insieme 1992”, una specie di inno europeo dal refrain leggero e orecchiabile “UNITE UNITE EUROPE” dedicato ai patti di Maastricht che sarebbero stati firmati due anni dopo. Il brano, a sorpresa, vinse il contest che quell’anno si svolgeva a Zagabria. Altri tempi davvero. E’ difficile immaginare oggi l’apprezzamento e la vittoria di un brano dai contenuti simili.

L’edizione del concorso del 1974 si svolse invece a Brighton in Inghilterra e i vincitori furono gli ABBA con “Waterloo” che di li a poco sarebbero diventati il fenomeno globale da 400 milioni di dischi venduti che ben conosciamo.  Al quarto posto, in rappresentanza dell’Inghilterra, si classificò Olivia Newton-John protagonista qualche anno dopo di “Grease” insieme a John Travolta e destinata anche lei a diventare una star internazionale. Al secondo posto invece si classificò Gigliola Cinquetti che dieci anni dopo la sua vittoria si presentò con un brano di Pace-Panzeri-Pilat-Conti intitolato “SI”. E da qui parte uno di quegli episodi curiosi che caratterizzano la politica e di riflesso la Tv pubblica di quegli anni. Il 12 e 13 maggio 1974 si svolse il primo importante referendum della storia repubblicana: il referendum abrogativo della legge sul divorzio e per non influenzare, almeno così si diceva, l’elettorato, in quel periodo le parole “si” e “no” vennero bandite da radio e televisione. Il concorso di Brighton era concomitante alla campagna elettorale e la RAI, con una canzone italiana così intitolata decise di non trasmettere in diretta la manifestazione rinviando la messa in onda a dopo la proclamazione dei risultati.

Per molti anni l’Italia non ha inviato propri rappresentanti al contest europeo che oltretutto appariva abbastanza appannato come formula e in netto calo nel gradimento del pubblico rispetto a manifestazioni che si rivolgevano allo stesso target. Negli ultimi anni, miracolo delle PR, si è avuta una inversione di tendenza, interessi e ascolti sono risaliti e il coinvolgimento di nuove realtà musicali, finora ritenute periferiche, ha rivitalizzato la manifestazione. Negli ultimi anni anche i rappresentanti italiani sono sempre stati al centro dell’attenzione, conseguendo buoni piazzamenti e ottime recensioni. Mancava una bella vittoria come quella dei Maneskin   che ha il merito di riportare al centro dell’attenzione l’industria nazionale  dello spettacolo duramente provata dal blocco derivante dalla pandemia.