4 Aprile 2021, per i cattolici di tutto il mondo è il giorno di Pasqua. Dalla basilica di San Pietro Papa Francesco celebra la messa solenne che chiude i riti di questo periodo liturgico. A mezzogiorno il pontefice impartisce la benedizione Urbi et orbi. Anche quest’anno, a causa della pandemia la grande piazza racchiusa dal colonnato del Bernini è deserta, mentre milioni di persone ricevono l’indulgenza plenaria attraverso il complesso sistema di radio, televisione e internet gestito da Vatican Media, la struttura della santa sede oggi deputata a diffondere attraverso le varie piattaforme mediatiche la voce del Papa.
Mentre molti di noi ascoltano le parole del Pontefice comodamente seduti davanti a uno schermo, nel salotto di casa, in molte parti del mondo, sia per carenze infrastrutturali che per ragioni di censura politica, tante persone sono in ascolto nella maniera più tradizionale: con l’orecchio incollato a un apparecchio radio a onde corte, magari alle prese con difficoltà di ricezione dovute ai capricci della propagazione o al jamming, stanno ascoltando la Radio Vaticana Dal centro trasmittente di Santa Maria Galeria, alle porte di Roma, la “radio del Papa” sta trasmettendo la cerimonia su quattro diverse frequenze in onde corte con traduzione e commento in simultanea in inglese, francese, portoghese e arabo.
In un mondo ormai dominato dalle tecnologie digitali questo mezzo può apparire anacronistico, eppure il moderno apparato comunicativo della Santa Sede ha avuto origine proprio dalla radio. Il 12 febbraio 1931, poco più di 90 anni fa, è un Guglielmo Marconi, palesemente emozionato, a consegnare a Papa PIO XI e alla storia il primo trasmettitore della Radio Vaticana i cui impianti sono ubicati all’interno del piccolo territorio della Santa sede.
A partire dal settembre 1939, con l’inizio del secondo conflitto mondiale, la santa sede sviluppa la sua azione diplomatica anche attraverso la radio. Il prestigio e l’autorità morale del Papa sono universalmente riconosciuti e le cancellerie di tutto il mondo attivano un costante servizio di monitoraggio delle trasmissioni nelle varie lingue nazionali, pronte ad approfittare a scopo propagandistico dei contenuti, oppure, in caso di commenti o notizie sgradite, protestare con veemenza presso la segreteria di stato.
Un periodo difficile e allo stesso tempo epico per la Radio del Papa che abbiamo ricostruito insieme a Raffaella Perin ricercatrice di STORIA DEL CRISTIANESIMO presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, dipartimento di scienze religiose di Brescia che nel 2017, per il i tipi de il Mulino, ha pubblicato il saggio “LA RADIO DEL PAPA. PROPAGANDA E DIPLOMAZIA NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE”.